Gli studi riguardanti l’analisi del gioco del calcio ci parlano di situazioni che mutano con una frequenza molto elevata, ogni circa tre/cinque secondi, per mille e più volte totali, durante una partita. Al giocatore è quindi richiesto di adattarsi e scegliere l’azione giusta da giocare in quel determinato momento. Tra le tante alternative possibili, il giocatore deve riconoscere la soluzione migliore, destreggiandosi nell’incertezza della complessità del gioco.
Affinché ciò sia possibile, è necessario allenare i giocatori ad avere familiarità con la complessità. L’allenamento dovrà quindi ricreare un ambiente adatto a formare giocatori, in cui sia quindi presente un obiettivo da raggiungere con l’aiuto dei compagni, eludendo l’intervento di avversari. L’ambiente che andremo a proporre dovrà stimolare lapercezione delle informazioni rilevanti che dovranno essere selezionate velocemente nel “caos” dell’azione, al fine di poter prendere la decisione più efficace per risolvere la situazione.
In base a questa premessa, la presa di decisione deve quindi essere considerato un aspetto centrale dell’allenamento, nonostante fino ad ora si sia data priorità alla tecnica, alla codifica di determinate giocate e alla ripetizione costante e maniacale di gesti ed azioni. Tutto sbagliato quindi? C’è un modo per aiutare i giocatori ad affrontare le situazioni di gara più efficacemente?
Proviamo a partire da una considerazione interessante di J. Lewis Gaddis nel suo libro “Lezioni di strategia”. Gaddis definisce un’intelligenza di prim’ordine come la capacità di tenere due idee opposte in mente nello stesso tempo e insieme di conservare la capacità di funzionare. L’esempio che utilizza per chiarire questo concetto è molto semplice: una bussola ti indica il nord rispetto al punto in cui ti trovi, ma non ti da nessun consiglio sulle paludi, i deserti e i dirupi che incontrerai lungo il cammino. Se, alla ricerca della tua destinazione, procedi innanzi, incurante degli ostacoli e non ottieni altro che annegare in una palude…., a che serve sapere dov’è il nord?
Prosegue spiegando che la presenza simultanea, nella nostra mente, di pensieri opposti, è normale. Lo psicologo Kahneman attribuisce questa capacità a un inconscio ricorso a due modi di pensare. Il pensiero “veloce” è intuitivo, impulsivo e spesso condizionato dalle emozioni. Si risolve, quando necessario, in una azione immediata: è ciò che facciamo per evitare di sbattere contro qualcosa o per evitare che qualcosa venga a sbattere contro di noi. Il pensiero “lento” è intenzionale, indirizzato e per lo più logico. Non deve necessariamente risolversi in una azione: è il modo in cui impariamo per conoscere.
Lo sport, ed i giochi di squadra in particolare, sono il tipico esempio in cui è necessario combinare i principi apparentemente opposti della pianificazione e dell’improvvisazione.
Un allenatore infatti insegna le basi, rafforza il morale, impone la disciplina, incoraggia la collaborazione, mostra come si fallisce e come ci si rialza dopo un fallimento. Iniziata la partita, però, i giocatori dovranno cavarsela da soli. Tuttavia saranno più bravi grazie all’allenamento che avranno ricevuto.
Durante la partita c’è un piano che verrà modificato in base alle esigenze e si otterrà una vittoria o una sconfitta a seconda che il piano abbia funzionato o no.
Che fare allora? Ritengo che sia importante allenarsi per avere un quadro generale, senza però perdere la capacità di improvvisare che permetterà di risolvere le situazioni inaspettate, mentre l’esecuzione del gesto resta soltanto l’ultima fase del processo. Metterei al centro del processo di apprendimento la presa di decisione, ossia la capacità di scegliere, aspetto che reputo estremamente lacunoso nei giovani. Nello schema seguente provo ad introdurre alcuni aspetti rilevanti nella presa di decisione e che devono assolutamente essere tenuti in considerazione quando ci si accinge ad allenare giovani calciatori.
Per approfondire:
- “Lezioni di strategia” di J. Lewis Gaddis – edizioni Mondadori
- “Allenate la percezione” articolo di E. Battisti e F. D’Alesio pubblicato sul n* 313 – febbraio 2019 – della rivista mensile “Il Nuovo Calcio”.