“E’ nato in fuorigioco”, così disse Ferguson di Filippo Inzaghi un po’ di anni fa, una frase che poi ciclicamente viene ripetuta per descrivere quegli attaccanti che trovano sempre il tempo giusto per beffare le difese avversarie e scattare indisturbati ritrovandosi poi soli davanti il portiere avversario.
Certo l’avvento del VAR ha ridotto le possibilità di errore da parte degli assistenti e ora la strategia deve essere riprodotta in maniera sempre più precisa ed accurata rispetto al passato.
L’analisi di oggi però non si ferma a questo, non vedremo solo l’abilità di un attaccante nel trovare il tempo di smarcamento in profondità, partiremo invece da prima e apprezzeremo la fase preparatoria, quella in cui si creano le condizioni per poi avere la meglio sulla linea difensiva avversaria.
In diverse conferenze Juanma Lillo, filosofo del calcio e attualmente allenatore in seconda di Guardiola al Manchester City, diceva che nelle sue squadre preferiva schierare sempre 2 giocatori molto aperti perché il campo a disposizione, tenuto conto della regola del fuorigioco, era più largo che lungo.
Questo quindi era per lui il modo migliore per occupare lo spazio disponibile.
In questo caso però vedremo come Luis Suarez, in questa strepitosa annata sia a livello personale che dell’Atletico Madrid, riesca a sfruttare anche quella che a prima vista valuteremmo come una posizione sbagliata. In alcuni casi potremmo confondere anche l’astuzia con la pigrizia.
Suarez in questa stagione ha già realizzato ben 16 gol nelle 17 gare disputate che lo rendono, temporaneamente, “Pichichi” della Liga e che contribuiscono a mantenere in vetta l’Atletico Madrid.
Oltre le abilità tecniche, andremo a vedere uno dei comportamenti più ripetuti dall’attaccante uruguayano e che gli ha fruttato ben 3 gol e diverse altre occasioni.
Sicuramente “el pistolero” è un attaccante molto diverso da quelli che lo hanno preceduto nella squadra di Simeone. Prima di lui ci sono stati sempre attaccanti molto devoti alla causa generale sia con palla che senza palla. Motivo questo per cui l’atteggiamento dell’Atletico Madrid quest’anno è anche leggermente cambiato rispetto alle stagioni precedenti.
Suarez è un attaccante che anche in fase di possesso a volte si estranea dal gioco, si nasconde e non partecipa alla manovra creando comunque dei vantaggi per se stesso e per i propri compagni.
La sua scelta è quella di posizionarsi un paio di metri in fuorigioco, spesso in uno spazio intermedio tra i 2 difensori centrali.

E’ un comportamento che in generale ritroviamo più facilmente durante la battuta di punizioni laterali in cui i giocatori difendenti scelgono una linea comune da qui partire per poi correre verso la propria porta. Sfruttando questo movimento programmato, i giocatori in attacco si posizionano già un paio di metri in fuorigioco in modo da prendere posizione e scegliere traiettorie di corsa più redditizie.
Parlavamo di vantaggi individuali e collettivi. Partiamo dai secondi. Una posizione del genere condiziona enormemente il comportamento degli avversari che saranno in un certo modo attratti dal giocatore alle proprie spalle. E’ un’attrazione mentale che distoglie parte dell’attenzione dei difensori dal resto del gioco. E’ vero che questo accade sempre quando parliamo di attaccanti di una certa caratura che godono di una forte “gravità”. Il problema è che in questo caso i difensori non hanno nello stesso campo visivo il gioco e l’attaccante in questione.
Il risultato è che a volte i difensori preferiscono abbassare un po’ la linea aumentando lo spazio per altri avversari davanti a loro o semplicemente saranno in ritardo su altri interventi perché “tormentati” dal dubbio se abbandonare la propria posizione e allontanarsi dal giocatore più prolifico del campionato.
Individualmente invece Suarez riesce in questa maniera a nascondersi dai propri marcatori e sbucare solo nel momento propizio.
Lo fa principalmente in due maniere:
- Sfrutta un cattivo allineamento della difesa avversaria e rimane oltre un difensore di riferimento ma tenuto in gioco da un altro difensore;
- Effettua una corsa semicircolare che lo fa tornare in dietro di qualche metro per rimettersi in gioco per poi attaccare di nuovo la profondità.
Vediamo i 3 gol analizzati
CELTA – ATLETICO MADRID
Nell’ultima gara di campionato Suarez ha applicato la sua strategia molto di frequente.
Dalla foto si può notare come questo suo comportamento sia stato totalmente indipendente sia dal momento della gara sia dal risultato. Inizio o fine gara, pareggio, sconfitta o vittoria, Suarez ha sempre cercato di ricavarsi il suo spazio alle spalle della linea difensiva

Vediamo il gol che ha portato in vantaggio l’Atletico. Nella prima immagine (fig.3)possiamo vedere un momento di attacco dei Colchoneros che sono stabilmente posizionati nella metà campo offensiva. Solo 2 difensori centrali sono ancora dietro la linea mediana in una costruzione alta 2+2 con due compagni nei pressi del cerchio di centrocampo. Suarez è già nella sua posizione.
In questo momento non è una soluzione possibile per lo sviluppo del gioco. Gli avversari tengono una linea alta che già crea parecchi problemi ai suoi compagni che non riescono a trovare spazio tra le linee, inutile affollare ulteriormente quella zona centrale. Meglio starne fuori(gioco).

Nello sviluppo la palla riesce ad arrivare ai centrocampisti che possono agire ancora abbastanza indisturbati. La linea dei 4 centrocampisti del celta infatti è più preoccupata a mantenere corte le distanze con la difesa e lascia ampio spazio per decidere la giocata.
Suarez continua ad osservare l’azione quasi disinteressato. La postura non è ancora attiva. Aspetta ancora che succeda qualcosa di più interessante.

Quello che aspetta accade subito dopo. La scarsa pressione dei centrocampisti e la linea alta sono una combinazione quasi letale che i giocatori dell’Atletico Madrid decidono di sfruttare andando ad attaccare la profondità con un gioco diretto.
Chiaramente il lancio non sarà fatto verso il centro dove staziona il numero 9 biancorosso ma verso l’esterno dove oltretutto c’è più spazio rispetto alla concentrazione di uomini centrale.
E’ in questo momento che Suarez inizia la sua azione.

Con la palla lanciata sopra la linea, i difensori sono costretti ad arretrare. In questo caso Suarez non dovrà fare nulla per rimettersi in gioco, sono gli stessi avversari che riabilitano la sua posizione.
Il problema per loro però è che il bomber dell’Atletico ha già creato il suo vantaggio e sarà difficile per loro riuscire a recuperarlo.
Il difensore centrale di destra è stato attratto in precedenza da un avversario posizionato tra le linee e nel dubbio se uscire o non uscire ha finito per perdere contatto con il numero 9 alle sue spalle
Questa difficoltà sorge anche dalla bravura dell’esterno sinistro che di prima intenzione, quindi senza dare tempo ai difensori di recuperare, riesce a mettere una palla in quella terra di mezzo tra la difesa e il portiere. Il posto ideale dove piazzare il pallone per l’attaccante in corsa

Suarez infatti non perde l’occasione e, con un gran gesto tecnico, si allunga e anticipa tutti insaccando la palla alle spalle del portiere avversario.
ATLETICO MADRID – BETIS SIVIGLIA
In questo caso l’azione parte da un fallo laterale nella metà campo dell’Atletico Madrid. Situazione particolare perché tutti i giocatori delle 2 squadre sono posizionati in un quarto di campo. Tutti pronti ad intervenire direttamente o magari su una seconda palla.
Tutti meno che uno.

Suarez è in fuorigioco (che ovviamente su rimessa laterale non ci sarebbe ma è troppo lontano per ricevere direttamente). E’ lì per sfruttare il passo falso dei difensori avversari.
L’errore avviene subito perché uno dei difensori si fa attrarre proprio dal giocatore che riceve il fallo laterale. Lo attacca e lo costringe a tornare indietro.
Questo atteggiamento però innesca subito Suarez che con un movimento a mezza luna si rimette in gioco e si posiziona per attaccare l’immenso spazio che lo può portare fino al gol.
Il compagno che ha ricevuto il fallo laterale è vero che non si può girare e servirlo direttamente ma trova a sostegno un compagno che invece è nella posizione perfetta per raggiungere l’attaccante.

Il passaggio in realtà non è perfetto. Arriva a destinazione ma è troppo corto e non consente a Suarez di sfruttare lo spazio. L’uruguayano però è ancora in posizione di vantaggio e sfrutta la sovrapposizione di Renan Lodi per giocarsi un 2c1 e mandare il compagno possibilmente al tiro.

Nella parte finale dell’azione Renan Lodi invece di concludere individualmente preferisce ancora sfruttare l’inerzia dei difensori del Betis, in costante ritardo, per prenderli controtempo e restituire la palla a Suarez che non si fa pregare e mette la palla in rete.
ATLETICO MADRID – ELCHE
Per ultimo vediamo il gol con l’Elche. Rispetto ai due precedenti però si tratta di una cosa leggermente diversa. In questo caso apprezziamo sempre il movimento che abbiamo analizzato fino ad ora, ma in generale vediamo la capacità di Suarez di nascondersi dal proprio avversario.
Dalla prima immagine dell’azione vediamo sempre come, anche con modesto spazio rispetto alle azioni precedenti, Suarez si muova in orizzontale ma sempre oltre la linea di difesa avversaria

Nel momento in cui Llorente riceve il pallone riconosciamo il movimento circolare che consente al numero 9 di tornare in gioco e di prendere vantaggio sul primo avversario.
Llorente però, un po’ ostacolato nella traiettoria di passaggio, preferisce non forzare la giocata e sceglie di spostare il gioco sul fronte opposto.

L’azione intanto continua a spostarsi sulla sinistra.
E’ qui che apprezziamo ancora meglio l’idea di Suarez. Lo smarcamento in fin dei conti è sempre lo stesso. E’ cambiato solo il punto di vista, è traslato l’asse di gioco. Lui però mantiene la sua posizione alle spalle di tutti e ben distante dalle “antenne” del proprio difensore che per un attimo si dimentica di lui.

Al momento del cross il “danno” è già compiuto.
Ci sono 3 difensori nei pressi dell’area di porta. I primi 2 scelgono una postura semi-aperta. Guardano la palla ma contemporaneamente cercano di osserva quello che sta accadendo nell’area di rigore.
Quello più lontano invece ha una postura totalmente chiusa. Suarez si è tenuto a distanza fino a quel momento, ha fatto perdere le sue tracce e il difensore ha perso l’attenzione nei suoi confronti
Anche qui, quando la ritroverà sarà ormai tardi.

Sul cross Suarez sbuca sul secondo palo alle spalle di tutti e ancora in spaccata riesce ad arrivare sulla palla e a fare gol.

Una curiosità numerica. Nonostante questa continua ricerca dello smarcamento partendo in off-side, Suarez in campionato è stato fermato in fuorigioco solamente 10 volte in 17 partite.
In europa però le cose sono andate diversamente. Solo nelle partita contro il Bayern di Monaco si è trovato in fuorigioco per ben 6 volte. Questo dipende principalmente da due fattori.
Uno è che il Bayern è una squadra che quest’anno sta cercando di tenere la linea molto alta, a volte immotivatamente, l’altra è che le grandi squadre in generale si fanno condizionare meno dalla presenza di giocatori altrettanto forti e, convinte delle proprie capacità di recupero, mantengono comunque le squadre corte e alte.