In questa nuova piccola analisi abbandoniamo le situazioni di “palla ferma” per andare a vedere come il PSV di Schimdt è riuscito ad andare in gol per ben 2 volte contro la capolista Ajax allenata da Ten Hag, nello scontro al vertice del 10 gennaio finito 2 a 2.
Prima di vedere i gol però cerchiamo di dare un po’ di contesto. Innanzitutto è ben noto come lo scontro tra queste 2 compagini sia molto sentito e molto importante per la classifica. Spesso l’esito di queste partite ha determinato la vittoria dell’Eredivisie e anche quest’anno le 2 squadre si stanno dando battaglia.
Alla guida del Psv si trova per il primo anno Roger Schimdt, allenatore che personalmente ho sempre apprezzato almeno dai tempi del Salisburgo. In generale ho una certa predilezione per chi ha svolto parte del suo percorso all’interno delle compagini Red Bull come il Salisburgo, appunto, o il Lipsia.
Ricordiamo tra gli altri in europa Ralph Hasenhuttl con il suo Southampton rivelazione in premier league, Thomas Letsch alla guida del Vitesse che si trova in classifica a ridosso delle prime 2 e Marco Rose con il Monchengladbach che abbiamo conosciuto anche negli scontri di Champions contro l’Inter.
Tornando a Schimdt. Le sue squadre si caratterizzano per una forte ricerca della verticalità nei momenti di possesso palla e una spasmodica ricerca del recupero immediato nei momenti in cui sono gli avversari a disporre della sfera.
In questa stagione i giocatori si posizionano in fase di attacco con uno schieramento che potremmo definire come un 4-2-2-2 o forse ancora meglio con un 2-4-2-2 con i 2 esterni di difesa che si alzano sulla linea dei centrocampisti e i 2 esterni di attacco che si accentrano e si posizionano dietro i 2 riferimenti avanzati. Un sistema già presentato nel passato soprattutto a Leverkusen e che solitamente Schimdt alterna ad un 4-3-1-2.
Tra le micro-strutture che si formano osserviamo in maniera più approfondita il quadrilatero di giocatori offensivi. La superiorità numerica in spazi ravvicinati che si crea favorisce una collaborazione fatta di combinazioni rapide a due o tre giocatori che come vedremo risultano efficaci sia in fase di rifinitura sia in fase realizzativa.

Il punto in comunque che troviamo nei 2 gol è l’utilizzo di un espediente tattico che convenzionalmente viene chiamato “terzo uomo”. Si tratta, in maniera semplicistica, di una giocata che coinvolge 3 giocatori:
- Il possessore della palla
- Il ricevitore diretto
- Il ricevitore indiretto o terzo uomo
Fondamentale per la riuscita della giocata a 3 è che ogni giocatori sia consapevole del proprio ruolo.
Il possessore deve sapere che l’uomo libero ovvero il maggior beneficiario della giocata è un giocatore che non può raggiungere direttamente con il proprio passaggio.
Per tale motivo si serve di un secondo giocatore, anche lui consapevole del proprio ruolo, che ha la funzione di “intermediario”. Questo ruolo viene espletato normalmente con una giocata di prima intenzione o comunque molto rapida affinché il terzo uomo non perda il vantaggio spazio-temporale acquisito.
In diverse delle sue innumerevoli conferenze, che si possono trovare sul web, Marcelo Bielsa spiega l’efficacia di questo strumento.
“El loco” sostiene che è la palla che “informa”. I 21 giocatori non in possesso palla prenderanno sempre come riferimento la posizione del pallone e cercheranno di anticipare una delle possibili giocate. Lo faranno i compagni del possessore e lo faranno gli avversari a prescindere che il proprio riferimento sia la zona o l’avversario.
Ciò che rende particolare la giocata con il terzo uomo è che c’è un giocatore che si muoverà in funzione di un passaggio che ancora non c’è. Si libererà per ricevere un passaggio da una posizione in cui il pallone non è ancora arrivato. Si sta “muovendo nel futuro”. Questo indubbiamente lo avvantaggerà abbastanza rispetto ai suoi avversari che invece non sempre possono muoversi sull’intenzione.
Come diceva Xavi: el tercer hombre es indefendible.
Ci sono vari modi di declinare il terzo uomo e quelli che ci interessano in questo caso sono quelli “verticali” e “dinamici”, quelli cioè in cui il terzo uomo:
- riceverà una palla per attaccare la profondità ( o direttamente con una palla sopra la linea degli avversari o con una palla sui piedi sulla linea degli avversari che verranno superati dalla ricezione in corsa)
- riceverà la palla in corsa
Mi sono già dilungato troppo. Andiamo a vedere i gol
Minuto 2, Zahavi
L’azione parte da un riciclo del pallone dopo un fallo laterale sul lato destro del fronte d’attacco all’altezza dell’area di rigore. Non trovando spazio i giocatori del Psv optano per tornare dalla loro coppia centrale posizionata comunque nella metà campo offensiva.
I giocatori di attacco, che avevano fino a quel movimento sovraccaricato la zona palla, cominciano a riprendere le proprie posizioni lasciano più libero il corridoio centrale.

A questo punto il fronte di attacco è occupato da 6 giocatori: i 2 difensori esterni ancora molto alti, i 2 esterni di attacco che sono nei mezzi spazi e i 2 giocatori più avanzati che si stanno per invertire di posizione
Tutti questi presupposti aprono le possibilità al difensore centrale di spingere il pallone nel gap che si crea nella prima linea di pressione e di giocare un forte pallone in verticale sui piedi di Malen.

Nella figura 4 poniamo maggiore attenzione su Zahavi, il giocatore “proiettato nel futuro”. Il numero 7 dell’Ajax qualche momento prima che la palla arrivi al proprio compagno ha già modificato la sua postura ed è pronto a smarcarsi per il futuro passaggio. Come detto precedentemente è proprio questa la forza del terzo uomo. I 2 difensori centrali sono ancora con lo sguardo e con il corpo verso il pallone mentre i 2 difensori esterni sono ormai troppo distanti per fornire un’adeguata copertura.

Nella quinta immagine perdiamo purtroppo la magia tecnica di Malen che con un tocco di prima ad effetto supera l’opposizione della coppia centrale avversaria. Il risultato però lo vediamo benissimo ed è quello di aver eliminato l’intera ultima linea di pressione degli avversari e aver mandato un compagno dritto in porta.

A questo punto Zahavi non può far altro che portare in vantaggio la propria squadra dopo neanche 2 minuti di gioco.

Minuto 21, Zahavi, 2-0
Per il secondo gol la prendiamo un po’ più alla lontana per apprezzare non solo la giocata che abbiamo voluto mettere in risalto ma anche altre caratteristiche del PSV che abbiamo già anticipato.
Questa volta l’azione parte da un recupero che gli uomini di Schimdt ottengono dopo aver provocato le scelte della squadra avversaria. In questa immagine vediamo infatti come i 6 giocatori più avanzati creino un blocco centrale abbastanza compatto e inducano gli avversari a non scegliere di raggiungere con un passaggio i 2 compagni che abbiamo evidenziato che si trovano all’interno ma di spostare la manovra verso l’esterno.

A seguito di questa manovra dissuasiva, il trigger che fa partire la pressione è il passaggio verso il giocatore avanzato (Antony) che riceve di spalle vicino la linea del fallo laterale.
Il talento dell’Ajax viene subito circondato da 4 giocatori che gli stringono il campo e non gli consentono di trovare soluzioni individuali o di farsi aiutare dai compagni costringendolo di fatto ad una resa e a una conseguente perdita del pallone.

Recuperato il pallone vediamo come i giocatori più prossimi si attivino subito per cercare la profondità, in particolare un giocatore più esterno e Malen che adesso diventerà il nostro terzo uomo. L’attaccante infatti sa di essere troppo vicino al compagno con il pallone e che quindi in quella posizione la sua utilità sarà limitata, decide quindi di attaccare immediatamente lo spazio davanti a lui per sfruttare il momento di disordine post perdita della retroguardia avversaria.
Zahavi invece, in posizione più avanzata, non ha la stessa postura del compagno perché dopo aver capito che non potrà ricevere direttamente il pallone in profondità si sta trasformando in secondo uomo.

Ritorniamo quindi alla situazione del gol precedente ma a ruoli invertiti. E’ Zahavi infatti ad attrarre le attenzioni dell’ultimo difensore che tenta di intervenire nel momento in cui l’attaccante sta per ricevere la palla. Questo però, sempre con un tocco di prima, supera l’intera linea difensiva dell’Ajax e proietta Malen verso la porta.

Rispetto a prima però troviamo una variante in più in conclusione presente in molti dei quasi 60 gol segnati in tutte le competizioni quest’anno: il passaggio indietro dal mezzo spazio.
Malen raggiunto dagli avversari scarica la palla indietro, chiudendo di fatto un lungo uno-due con il compagno, a beneficio ancora di Zahavi che a questo punto segna un rigore in movimento.
Un’altra giocata tipica della squadra olandese che magari analizzeremo più in dettaglio un’altra volta.
In questa stagione il PSV non è andato molte volte in gol in questo modo e neanche ha cercato particolarmente questa giocata stretta tra i giocatori centrali. Il motivo è da ricercare principalmente nella tipologia di partite affrontate. In campionato la squadra olandese si ritrova spesso a dover affrontare dei blocchi bassi in cui la combinazione, per quanto rapida, fatica ad essere praticata.
Per lo stesso motivo sono preferite soluzioni come l’attacco diretto, quando gli avversari si fanno trovare impreparati, il cross o il tiro da fuori area.
Nelle partite di europa league però, quindi in tipologie di gare diverse con avversari di diverso valore, ritroviamo queste soluzioni. Ne sono la riprova, ad esempio, il gol contro il Paok di Salonicco o l’incredibile occasione gol sfumata contro il Granada.